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La Marcia Reale


La Fanfara e Marcia Reale d'Ordinanza, conosciuta semplicemente come Marcia Reale, fu l'inno nazionale del Regno d'Italia dall'unificazione del Paese, avvenuta nel 1861, fino all'armistizio dell'8 settembre 1943, e nuovamente dalla liberazione di Roma nel 1944 alla caduta della monarchia nel 1946.
Venne composta come marcia da parata nel 1831 o nel 1834 dal torinese Giuseppe Gabetti, capo-musica del I° Reggimento Fanteria “Savoia”, in onore di S.M. il Re di Sardegna Carlo Alberto.
La prima esecuzione pubblica della Marcia avvenne nel 1834 quando il Re passò in rivista alcune truppe adunate a San Maurizio Canavese. Nel 1848, in veste di musica ufficiale del Regno Sabaudo, le venne affiancato l’Inno Sardo. A differenza di quest’ultimo, la Marcia Reale ufficialmente non ha testo.
Mentre l'Inno Sardo divenne una sorta di "patrimonio personale" del Re, tenuto sempre in grande considerazione dai Sovrani di Casa Savoia, la Marcia Reale acquistò popolarità fra la gente e venne considerata, anche se nessuna legge la decretava tale ufficialmente, l'Inno del Regno di Sardegna. Dopo l'unità d'Italia, nel 1861, divenne l'inno nazionale del nuovo Stato.
La marcia Reale rimase l’Inno del Regno d’Italia sino al 1943, quando il Governo Badoglio per alcuni mesi la sostituì con La Canzone del Piave. Con la liberazione di Roma e il ritorno del Re nella capitale venne ripristinata la Marcia Reale come Inno della Nazione sino al 1946, con l’esilio del Re Umberto II e la sostituzione con l’attuale Inno di Mameli.


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